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Premesso che è in corso da quarant’anni un disegno internazionale neoliberista di privatizzazioni e smantellamento del welfare dell’Italia; premesso che è sotto gli occhi di tutti una mancanza di piena sovranità italiana (perfino il geopolitologo Fabbri conferma che gli americani vogliono Draghi al Quirinale per garantire “sette anni di stabilità”), queste elezioni, agli occhi degli attivisti del neo Movimento5Stelle2050, appaiono come un banco di prova del Presidente Conte che sta verificando le sue capacità di leader politico.

Come destreggiarsi in mezzo ai bizantinismi, alle correnti interne, alle pressioni della finanza internazionale? Alcuni iscritti e attivisti del M5S hanno salutato con grande piacere la telefonata di Grillo in diretta tv che appoggia il Presidente Conte in merito alla necessità che Draghi mantenga l’incarico di Presidente del Consiglio. Questa posizione pragmatica assunta in un momento di grave crisi economica, sanitaria e politica, ha trovato sponda nel PD di Bettini, esplicitamente contrario al draghismo del suo segretario Letta. Il punto critico è semmai in Luigi Di Maio, ostinato nel concedere carta bianca al neoliberismo personificato da Mario Draghi. E le tecniche utilizzate nei giorni scorsi per contarsi, incomprensibili alla popolazione italiana, dimostrano un braccio di ferro per il mantenimento dello status quo, poltrone e benefici inclusi, a qualunque costo.

Tutto ciò non può che allarmare quegli attivisti, i quali – pur non chiamati ad esprimere il loro parere – vedono invece con favore la posizione netta assunta da Conte in merito alla necessità che Draghi prosegua come Presidente del Consiglio, favorendo l’elezione alla Presidenza della Repubblica di una personalità di alto profilo, condivisa da tutti. Il Presidente del M5S sembra schierato in modo definitivo contro quelle posizioni neoliberiste che tentano di dare l’assalto alle istituzioni repubblicane e tentano di piegare di fatto la Costituzione, trasformando la Repubblica da parlamentare a semipresidenziale.

Consapevoli delle conseguenze che una tale eventualità avrebbe sul nostro Paese, confidiamo che Conte continui a mantenersi chiaro nelle sue scelte e coerente con i suoi impegni di attenzione verso la parte più debole della popolazione difendendo al contempo la Costituzione della Repubblica.

Il numero dei rappresentanti di uno schieramento è meno importante della sua compattezza, e sedere al tavolo del Governo non è indispensabile, qualora invece di condividerne le responsabilità si dovesse finire col condividerne solo le colpe.

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E inoltre… l’Italia ha ancora bisogno di attivisti. Quanto e più di prima. Spero che anche il presidente Conte se ne renderà conto, e troverà posto per l’attivismo nella struttura territoriale.

Solo una precisazione : invece de ” Il Presidente del M5S sembra schierato in modo…….. ” trovo più corretto scrivere ” Il Presidente del M5S 2050 ……. ” giusto per non confondere i fatti!

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